L'idea

Il progetto nasce dall’aggregazione di un gruppo di giovani Pediatri, al di fuori di alcuno schieramento, uniti dalla volontà di fermarci a riflettere sulla realtà della Pediatria Italiana in tutte le sue componenti, dalla formazione all’assistenza sul territorio, dalla rete ospedaliera alla ricerca, facendo riferimento all’esperienza che fino ad oggi ciascuno di noi in modo differente ha vissuto, confrontandoci con i Colleghi con i quali quotidianamente lavoriamo, aperti al contributo di chiunque voglia proporre una seria e costruttiva riflessione sulle possibilità di miglioramento dell’Area Pediatrica in Italia.
Obiettivo finale è realizzare proposte, frutto delle discussioni e delle riflessioni che avremo, personali e tramite questo blog, che saranno poi presentate a tutti i livelli Dirigenziali (amministrativi, politici, societari, nazionale e regionali) che hanno pertinenza con la Pediatria Italiana. Tali proposte potranno essere sottoscritte da ogni Pediatria che le condivida.

martedì 24 marzo 2009

alcune domande, col solo scopo di creare un confronto costruttivo per il continuo miglioramento

1) Secondo te, qual' è stato l'aspetto migliore nella formazione ricevuta durante i 5 anni di Scuola di Specializzazione?

2) Dopo i primi anni di lavoro come Pediatra, che cosa hai riscontrato che ti è mancato nella tua formazione durante gli anni della Scuola di Specializzazione?

3) Come "senti" la Società Italiana di Pediatria? Che rilevanza ha nella tua attività lavorativa? Per la tua formazione?

4) Come vorresti la Società Italiana di Pediatria? In che cosa la trovi carente?

Fate delle proposte concrete perchè un domani la Società Italiana di Pediatria sia sempre più riferimento per tutti i Pediatri Italiani e riconosciuta a livello internazionale.

7 commenti:

  1. Critica costruttiva.
    Mi sembra incredibile che la formazione dei pediatri in Italia sia demandata alla buona volontà dei singoli.
    Si è pensato di ottemperare alla richiesta di valorizzazione della formazione e aggiornamento dei pediatri con l'acquisizione dei crediti ECM.
    Ma perchè non viene formulata una proposta chiara e univoca che consenta di valorizzare veramente le esperienze professionali premiando il merito?
    Perchè non vincolare le aziende ospedaliere a garantire una formazione adeguata del personale mediante l'obbligatorietà a promuovere corsi periodici quali il PALS per esempio, o altri ritenuti essenziali da una commissione scientifica autorevole?
    Perchè non valorizzare e motivare coloro che si impegnano per l'aggiornamento scientifico?

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  2. qualsiasi iniziativa che abbia la finalità di migliorare la qualità dell'assistenza ai nostri piccoli pazienti è da considerarsi lodevole !

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  3. Sono un pediatra ospedaliero, specialista da 5 anni è chiaramente ancora un precario !! ho lavorato in un centro di I livello e attualmente in un II livello molto bene organizzato ed efficiente.
    Queste sono le mie personali idee per migliorare la pediatria in Italia.
    Parto dalla convinzione che per una buona assistenza al bambino è necessario lavorare bene e in serenità, attenzione non dico lavorare poco, ma bene e in serenità perchè se si sta male tutto diventa più difficile.
    le mie idee
    1° lavorare nei centri di I livello è terribile, ci sono 3 pediatri che da soli devono sostenere un'unita operativa con punto nascita (chissà quanti di voi vivono o hanno vissuto questa realtà). si lavora con le reperibilità ossia sfrttamento del pediatra perchè di notte si viene sempre chiamati, al mattino inizia il turno con magari un collega in malattia o ferie quindi si corre da matti con l'utenza che si spazientisce. fatto non secondario, dopo 5 anni di specializzazione ad alti livelli (tra bambini oncologici, neurologici e altro) lavori in questi centri per la patologia da ambulatorio pediatrico e non di certo da ospedale...sapete che gran soddisfazione !!! mi rendo conto che chiudere un'unita operativa non sia cosa semplice, ma al meno venga garantita la guardia attiva e l'abolizione di queste maledette reperibilità !!

    2° per un continuo aggiornamento reputo una bufala la partecipazione ai congressi mentre consideroo validissimo la possibilità di espletare la propria professione presso strutture specializzate per un certo periodo dell'anno, mi spiego..vorrei che fosse legalmente previsto (così come le ferie e le malattie) che per 60-90 giorni l'anno io possa andare a lavorare presso altro centro ospedaliero d'italia o all'estero motivando il tutto con un miglioramento della mia qualità professionale che andrebbe poi a vantaggio dell'ospedale di appartenenza !!


    Ho altre idee ma vi devo lasciare !

    spero che nasca una nuova SIP che si identifichi veramente nel lavoro quotidiano dei pediatri italiani !!

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  4. Carissimi,
    sono molto felice che il blog cominci a prendere vita e ad animarsi:)
    Se potete, sarebbe molto bello e, credo, anche utile presentarvi dicendo un po' chi siete e cosa fate, dove lavorate. Se però questo potesse in qualche modo non lasciarvi la libertà di esprimere liberamente le vostre idee (a parte che sarebbe veramente terribile!!!), potete tralasciare...
    GRAZIEEEEEE e continuate con entusiasmo. Le buone idee che nasceranno da questo confronto virtuale saranno portate avanti e presentate alla futura dirigenza SIP.

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  5. Viste le vostre domande mi è venuta voglia di fare un commento. Chiedete che rilevanza ha oggi la SIP e cosa ci aspettiamo da essa. Io sono un pediatra che si è specializzato 5 anni fa e mi sono proiettato nel mondo del lavoro in ambito ospedaliero. La SIP per me oggi è la Società che rappresenta il maggior numero di Peditari, che organizza un grande congresso all'anno (pubblicizzato per mail, per posta numerose volte nell'arco dell'anno, in cui arrivano a domicilio numerosi programmi cartacei in corso d'opera), che mi dà la possibilità di avere un'assicurazione completa a basso costo e che mi aggiorna con varie riviste. Tutto questo può andar bene e ringrazio tutti coloro che fanno questo lavoro ma vorrei di più. Vorrei una Società che esprima in modo più forte delle direttive sulla gestione della salute dei nostri bambini, che dovrebbero poi essere seguite da decisoni dagli amministratori della salute pubblica (Assessori alla sanità, direttori generali della aziende ospedaliere). In particolare è giusto che una Società dia delle indicazioni su come deve essere organizzata la rete assistenziale sul territorio e negli ospedali:quanti reparti di pediatria, di Neonatologia, quanti Nidi ci devono essere per Regione, quale organico quale organizzazione, che requisiti devono avere per un'assistenza adeguata. Nella mia Regione ci sono numerosi punti nascita (da 300 a 900 nati) non supportati da reparti di pediatria e tanto meno da neonatologie. La Società inoltre dovrebbe dare indicazioni su come organizzare l'assistenza sul territorio: i compiti dei pediatri di famiglia, di quelli ospedalieri, dei distretti sanitari e soprattutto portare le varie figure professionali una verso l'altra. Adesso si ha la sensazione che il mondo dei pediatri di famiglia, quelli ospedalieri e universitari siano mondi paralleli, addirittura che siano in conflitto tra loro. E' importante poi organizzare l'assistenza in modo tale che ognuno abbia i suoi ruoli: adesso il pediatra ospedaliero passa metà del suo tempo a fare consulenze (spesso senza carattere di urgenza o gravità) mandate dal PS e utilizza la sua professionalità nei ritagli di tempo. Dall'altra i pediatri di famiglia sono oberati di prestazioni di routine e non hanno il tempo di seguire i casi particolari e sono costretti a inviarli in ospedale. Inoltre da giovane pediatra sento forte il bisogno che la Società dia delle linee guida, almeno nella gestione delle problematiche più frequenti e più importanti, altrimenti tutti fanno di tutto.Che messaggio possono trarre i genitori da questo?In questi anni ho avuto contatto con ospedali di varia tipologia, mi sono reso conto che ogni cosa è gestita in mille modi, anche la semplice ipoglicemia del neonato, forse la gestione della febbre è condivisa....troppo poco!!! Credo invece sia utile sfruttare le grandi competenze e professionalità all'interno della Società perchè diano indicazioni forti e supportate da evidenze scientifiche.Queste poi devono essere comunicate in primo istanza alle scuole di Specialità in Pediatria in modo da formare dei pediatri con delle basi comuni e chiare e poi tramite il sito della Società e le sue riviste a tutti glia altri.Questi sono solo alcuni flash che mi sono passati per la mente, credo che ci sia molto da fare e credo che questo gruppo di giovani pediatri sia un segnale che non c'è voglia solo di criticare il lavoro altrui fin qui fatto ma che ci sia voglia di dare il proprio contributo sia con idee ma anche con fatti.

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  6. Vorrei fare due riflessioni:
    1)Alcuni ospedali che offrono posti a tempo indeterminato vengono boicottati. Questo fa pensare che la qualità del lavoro abbia un peso molto importante nonostante le esigenze di stabilità.

    2)Centri molto piccoli fanno una pediatria di alta qualità. Ha comunque senso determinarne la chiusura in funzione del bacino di utenza e del numero di nascite?

    Vorrei sapere la vostra opinione, soprattutto dai colleghi ospedalieri.
    Vincenzo

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